Cibo e infiammazione: il vero ostacolo alla tua performance

Dott. Igor Bonazzi

Come riconoscere e ridurre l’infiammazione sistemica attraverso il cibo per accelerare la rigenerazione cellulare e il recupero.

Ti alleni, curi l’alimentazione, dormi bene.

Eppure i progressi sono lenti, la stanchezza aumenta e il corpo sembra non rispondere come dovrebbe.

Il motivo, spesso, si chiama infiammazione sistemica di basso grado: un nemico silenzioso che interferisce con la crescita muscolare, il recupero, la lucidità mentale e perfino con la disciplina quotidiana. Capire come l’alimentazione può accendere o spegnere l’infiammazione è il primo passo per diventare un vero High Performer.


1. La fiamma invisibile: cos’è l’infiammazione sistemica

L’infiammazione non è un male in sé. È un processo naturale di difesa che il corpo attiva per riparare i tessuti e guarire.

Il problema nasce quando diventa cronica e di basso grado: una fiamma che non si spegne mai completamente e che consuma lentamente le nostre riserve energetiche e cellulari.

Fattori scatenanti comuni:

  • Eccesso di zuccheri raffinati e grassi trans
  • Stress cronico e sonno insufficiente
  • Allenamento eccessivo senza recupero
  • Carenza di micronutrienti antinfiammatori

Nel tempo, questa condizione altera la sensibilità insulinica, ostacola la crescita muscolare e aumenta la ritenzione idrica, rendendo il corpo “resistente” al cambiamento.

Nel corpo dell’atleta o di chi si allena regolarmente, una lieve infiammazione persistente può:

  • rallentare la sintesi proteica e il recupero muscolare
  • aumentare la resistenza insulinica e la ritenzione idrica
  • interferire con la produzione ormonale (testosterone, GH, leptina)

2. Il cibo che infiamma: errori comuni e falsi miti

Molti pensano che basti mangiare “sano”. In effetti è un ottimo punto di partenza, ma in realtà, alcuni alimenti apparentemente innocui attivano microprocessi infiammatori a livello intestinale e metabolico.

Ecco gli errori più comuni:

  • Eccesso di zuccheri e farine raffinate → picchi glicemici e produzione di citochine infiammatorie
  • Grassi vegetali industriali (omega-6 in eccesso) → squilibrio nel rapporto omega-6/omega-3
  • Intolleranze ignorate (glutine, lattosio, caseina) → stress intestinale cronico e disbiosi
  • Alcol regolare o “sociale” → altera la permeabilità intestinale e aumenta l’endotossiemia

Il corpo, a lungo termine, “percepisce” questi stimoli come minacce costanti e reagisce mantenendo attiva la risposta infiammatoria.


3. Spegnere il fuoco: strategie pratiche e soluzioni quotidiane

Una dieta antinfiammatoria non è una moda, ma una scelta strategica per chi vuole performare meglio e recuperare più in fretta. Ecco i pilastri quotidiani da cui partire:

  • Stabilizza la glicemia

(abbina sempre i carboidrati a fibre e proteine; limita i picchi insulinici con pasti bilanciati e ritmati)

  • Ribilancia gli omega 3

(sostituisci oli vegetali industriali con olio extravergine d’oliva, aumenta il consumo di pesce azzurro, semi di lino e noci)

  • Aumenta i fitonutrienti

(frutti rossi, spezie, curcuma, zenzero, verdure crocifere e agrumi sono fonti naturali di antiossidanti che modulano la risposta infiammatoria)

  • Rafforza il microbiota

(consuma alimenti fermentati e fibre prebiotiche (cipolla, asparagi)


4. Dal piatto alla performance: la nutrizione come strumento di rigenerazione

Il vero scopo dell’alimentazione antinfiammatoria non è solo “diminuire l’infiammazione”, ma potenziare la capacità di rigenerazione cellulare.

Ogni cellula riceve segnali chimici dal cibo: se sono coerenti e positivi, il corpo si rigenera in modo più efficiente.

Ecco come trasformare l’alimentazione in uno strumento evolutivo:

  • Mangia secondo ritmo biologico: rispetta i cicli circadiani, concentrando i pasti nutrienti nelle ore di massima attività.
  • Punta alla qualità, non solo alla quantità: il valore biologico del cibo è più importante del conteggio calorico.
  • Semplifica le scelte: meno ingredienti, più autenticità.

Un’alimentazione coerente con il proprio ritmo interno diventa una forma di allenamento invisibile: educa le cellule alla resilienza. Un corpo infiammato non può evolvere. Spegnere l’infiammazione significa liberare energia, stabilizzare gli ormoni e rendere il corpo un ambiente fertile per la performance.

L’alimentazione (antinfiammatoria) è uno dei 4 pilastri di Allenamento Sequenziale: costruisce equilibrio interno e moltiplica gli effetti degli altri tre — allenamento, sonno e disciplina.


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Studi scientifici:

  1. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36688876/
  2. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC11091682/
  3. https://academic.oup.com/nutritionreviews/advance-article/doi/10.1093/nutrit/nuaf104/8199185
  4. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6539890/